Kiton: «Ecco come si tramanda l’eleganza assoluta Made in Napoli»- Corriere.it

2022-12-20 11:32:59 By : Ms. Anna Chen

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Viaggio ad Arzano, nella fabbrica familiare dove gli abiti sartoriali e su misura sono ancora realizzati a mano. La scuola e la missione: «Guidare l’azienda verso la terza generazione»

«Le uniche cuciture eseguite con la macchina sono centro schiena e fianchi, come ha sempre fatto il sarto, il resto è fatto tutto a mano». Ma l’anima dell’azienda sono i tessuti: la lana più sottile, 12,8 micron, cashmere, vicuña (un esemplare di camelide andino ne produce in un anno abbastanza per fare una sciarpa) che un finanziere del Connecticut ha scelto per la giacca foderata in seta «con il ritratto del cavaliere Ciro Paone», spiega il maestro sarto Nino di Costanza, uno dei tanti artigiani e artigiane che qui lavorano da due o tre decadi. Il made in Napoli, «anzi il made in Kiton» è ad Arzano. Un luogo di vera maestria e fatto a mano, che tiene fede agli standard di qualità del fondatore Ciro, visionario amante della grecità: nel 1968 fondò la sua azienda (un’esaltazione di marmi di Carrara) con l’ambizione di creare abiti sartoriali o su misura, più sofisticati nella fattura e più cari (costano da 4 mila euro a oltre 30 mila). Sua figlia Maria Giovanna e suo nipote, Antonio De Matteis , per tutti Totò , sono i guardiani di un tesoro che non accetta compromessi quando si tratta di qualità, nei materiali e nel lavoro. «Per una giacca il ciclo di lavorazione è lo stesso che si tratti di quelle confezionate o su misura: 22 ore che possono essere spalmate anche su più settimane perché il tessuto come il vino non può essere stressato », ricorda Maria Giovanna convinta, insieme con Totò, che il valore aggiunto della Kiton sia la coesione della famiglia azienda.

Il reparto delle giacche di Kiton

«Oggi come figlia di Ciro Paone e come madre dei miei figli, ma anche zia dei miei nipoti sento che la mia missione è guidare questa azienda verso la terza generazione. Assegnare i ruoli, farli appassionare, condividere il lavoro e portarli verso un mercato dove possano essere loro a farla crescere mentre noi possiamo dedicarci a nuovi sviluppi, per esempio il tessile o il mondo hospitaliy». Sua figlia Martina è già impegnata nella vendita della donna e sono già entrati anche i figli della sorella Raffaella, Adelaide e Margherita, così come Walter e Mariano, i gemelli di De Matteis che firmano la linea sportwear KNT. «Con l’assenza di mio padre (mancato lo scorso anno) la famiglia è stata fondamentale — continua l’imprenditrice — I ragazzi si sono abituati a condividere le cose; certo anche con Totò non siamo sempre d’accordo, ma proprio nel compromesso si cresce». Il valore del prodotto Kiton non è ancora percepito bene, ragiona Maria Giovanna. C’è solo un modo: farli arrivare qui dove l’eleganza è cultura: nell’800 e nel 900 Napoli e Londra erano capitali dello stile dei nobili d’Europa. Dobbiamo riuscire a far capire ai giovani che si fanno affascinare dalle griffe che scegliere oggi un capo che indosserai anche tra 20 anni vuol dire proteggere il pianeta in un settore che ha molte criticità».

Maria Giovanna è responsabile della linea donna, che oggi vale il 20 per cento ma cresce costantemente – l’obiettivo è arrivare al 50 per cento - perché la donna oggi vuole qualità e confort che puoi avere con prodotto fatto a mano. Kiton è colore, giacca, cappotti, ma crescono anche gli abiti in seta stampata che permettono di arrivare anche con le collezioni invernali nei paesi arabi o Los Angeles . La visita comincia dalle rifiniture delle giacche (”perché siamo un po’ scaramantici”): su 170 persone solo 25 cuciono a macchina, ogni salotto produttivo sono pezzi di giacca che si completano nelle mani di uomini e donne che infilano l’ago con ritmi quasi musicali. In tutto cinque i reparti – donna, cravatte, camicie e pantaloni – collegati con il ponte in legno chiaro, acciaio e vetro dove sono esposti completi del duca di Windsor che Ciro Paone comprò nel 1997 all’asta da Sotheby’s, simbolo dell’eleganza moderna, impeccabile negli abbinamenti audaci, ma di estrema raffinatezza.

Il completo rosso dell’autunno inverno 2022/23

Nel reparto cravatterie Fabio sta tagliando i papillon da annodare che si portano un po’ sciolti, ma si vendono solo negli Stati Uniti, in Europa li vogliono già annodati. La cravatta nelle diverse misura viene piegata 7 volte con maestria e fissata con gli spilli prima di essere cucita con un filo lungo 170 cm perché non deve lasciare nodini. «Negli anni abbiamo costruito una supply chain completamente autonoma e controllata con la Ciro Paone spa che detiene il 100 per cento delle produzioni delle materie prime, il tessuto con la Carlo Barbera di Biella, la Wonderland di Parma per la giubbotteria, la maglieria Somma l’azienda che fa jeans a Caserta» prosegue Maria Giovanna Paone che ricopre il ruolo di presidente.

La scuola di sartoria, gratuita, dura tre anni

« Ciro Paone ha promosso il welfare antelitteram», osserva il direttore generale Simone Cavallo. «Ha sempre supportato i dipendenti che volevano comprare la casa». «Ancora oggi gli 800 dipendenti (400 ad Arzano) vanno direttamente da Raffaella, sorella di Maria Giovanna e figlia del fondatore, responsabile delle risorse umane. Questa si chiama sostenibilità sociale», sottolinea il ceo Toto de Matteis. Se paghi 1.000 euro al mese un artigiano non lo trovi, se gliene dai 2.000 mila e un luogo di lavoro dignitoso arrivano a decine. Io non ho una segretaria, il mio ufficio è al piano terra, e l’unica concessione è il cartello alle mie spalle “vietato lamentarsi”, ride. Non abbiamo ufficio del personale».

Un completo per le feste

Ricorda le raccomandazioni dello zio Ciro: «Per lavorare bene devi avere la capa fresca, la testa fresca libera da pensieri. Gli artigiani sono il nostro biglietto da visita, quando viaggiano con noi trasmettono la loro appartenenza con lo sguardo». Al base della strategia Kiton c’è l’espansione della base dei clienti con nuovi negozi diretti che si aggiungeranno agli attuali 55 in 26 Paesi e agli altrettanti indirietti: «lla base della strategia Kiton c’è l’espansione con nuovi negozi diretti (attualmente sono 55 in 26 Paesi) e indiretti: «Chiudiamo il 2022 con più 25% e nonostante la perdita di un mercato importante come la Russia superiamo i 150 milioni di fatturato. La crescita maggiore negli Stati Uniti, Europa, Cina, Corea, dove abbiamo appena aperto la prima insegna su strada e Giappone e bene i mercati arabi attraverso i department store come Harrod’s». Giovedì scorso Maria Giovanna è volata a Londra per l’inaugurazione del negozio riposizionato, settimana prossima è la volta di Tel Aviv. “«Viaggio spesso, ma lo faccio anche per i miei figli, per far capire loro che devono mettere grinta in tutto quello che fanno». La borsa? «E’ nei nostri pensieri, ma ci sentiremo sempre responsabili dei nostri azionisti, con lo spirito dell’azienda familiare».

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